FORTE S PIETRO

Situato all’estremo Nord dell’Isola, in località S. Maria del Mare, fu costruito attorno al 1860 con lo scopo di difendere l’accesso al Porto di Malamocco e il Canale Spignon, area strategicamente importante in quanto vi si armavano i pesanti vascelli di linea che, noleggiati in un primo momento in Francia, Olanda e Inghilterra, a partire dagli anni sessanta del XVII secolo, furono costruiti nello stesso arsenale di Venezia. Consolidato in forma stabile nella prima metà del XVII secolo, faceva sistema con il prospiciente Forte Alberoni e con i due Ottagoni di Alberoni e S. Pietro.

 

Circondato da un fossato largo 20-60 m e profondo 1,8-2,5 m, vi si accedeva tramite un ponte fisso e uno scorrevole. All’interno si trovavano un edificio di alloggio (caserma di difesa) a un piano a prova di bomba, un deposito e due cisterne. Il fronte sud ovest controllava l’uscita del canale di S.Pietro, quello sud-est la gola della batteria S. Pietro. Entrambe le ali del fronte Nord ed entrambi i fronti bastionati erano apprestati per la difesa con cannoni.

Attualmente di proprietà dell’Ist. Opera Santa Maria della Carità, è sede di una casa di riposo.

 

BATTERIA S. PIETRO

Fu costruita successivamente al 1880 nella parte sud orientale del forte di S. Pietro, alla radice della diga foranea, per il controllo del Porto di Malamocco. E’ dotata di due facce alte 10 m che danno luogo a due postazioni separate per il combattimento a distanza e al suo interno contiene tre edifici in muratura al piano terra e una torre di mattoni grezzi (Torre Rossa) con funzione di segnalazione dell’eventuale presenza del nemico.

Al suo interno, tra il 1911 e il 1913 venne costruita ed armata di due cannoni da 305 mm la Batteria da difesa costiera Enrico Dandolo, gemella delle batterie Emo e S. Marco.

Attualmente di proprietà dell’Ist. Opera Santa Maria della Carità.

 

FORTE S. PIETRO IN VOLTA

Costruito dagli Austrici tra il 1832 e il 1842 per il controllo del Canale di S. Pietro, è caratterizzato dal fatto di occupare il litorale in tutta la sua larghezza. Circondato da un fossato largo 9-15 m e profondo 2,68 m, presenta le facce e il fianco destro con terrapieno apprestato per la difesa con cannoni e al suo interno si trovano un blockhaus casamattato a pianta trilobata a un piano con tre feritoie per cannoni (al piano superiore) rivolte verso il mare, due magazzini di munizioni a prova di granata e una cisterna.

Nel primo decennio del ‘900 al suo interno venne costruita la Batteria da difesa costiera Marco Polo, armata con 4 cannoni da 152 mm e gemella delle Batterie Venier, Manin, (forte S. Stefano) e Barbarigo (Forte di Ca Roman).

Durante la seconda guerra mondiale fu utilizzato come presidio antiparacadutisti dell’adiacente spazio lagunare; nel dopoguerra alcuni spazi furono impiegati a scopo abitativo, come dimostrano le vasche in granito e la cucina in mattoni, ben conservate negli edifici posti all’ ingresso del forte.

Attualmente risulta non visitabile e in cattivo stato di conservazione, benché sia l’unica fortificazione del litorale ad essere stata oggetto, nel luglio 2003, di una intensa campagna di pulizia, risanamento e messa in sicurezza con lo scopo di restituire l’area alla fruizione pubblica per scopi culturali e di una miglior conoscenza e valorizzazione del nostro territorio, anche attraverso un appuntamento della rassegna teatrale per la promozione dei prodotti tipici “Sapori sotto assedio”.

In quell’occasione si erano riportati alla luce e ripuliti la bellissima pavimentazione in opus spicatum con relativa canaletta di scolo in marmo d’Istria che circonda il blockhaus ottocentesco, numerosi contenitori in vetro (presumibilmente per medicinali), proiettili, parti della balaustra e della scala e delle rotaie per lo scorrimento delle munizioni appartenenti alla batteria e mattoni riportanti indicazioni del marchio di fabbrica e serie numerata. Ripulite anche le casermette all’ingresso e la bellissima cisterna posta su una piattaforma sopraelevata pavimentata in opus spicatum e bordata da canaline in marmo. 

 

 

FORTE DI S. STEFANO

Costruito dagli Austriaci durante la loro seconda dominazione in località Portosecco tra il 1859 e il 1864, occupa, così come il forte di S. Pietro in Volta, tutto il litorale nella sua larghezza ospitando un blockhaus murato a prova di granata, un magazzino di munizioni e una cisterna.

Aveva il compito di controllare il litorale di Pellestrina in tutta la sua larghezza e il Canale di S. Pietro.

Le facce e i fianchi erano apprestati per la difesa con cannoni, i lati nord e sud circondati con fossati larghi 10-24 m e profondi 1,89 m.; ai piedi della scarpa del fronte verso il mare era disposto un camminamento di ronda, chiuso verso la diga costiera da un muro merlato indipendente di cui sono ancora visibili alcuni tratti.

Al suo interno nel 1910 venne costruita la Batteria da difesa costiera Daniele Manin armata con sei cannoni da 152 mm e gemella delle batterie Venier, Polo (Forte di S. Pietro in Volta) e Barbarigo (Forte Ca’Roman)

Di proprietà demaniale, è attualmente adibito ad officina meccanica.

 

FORTE DI CAROMAN

Costruito nell’omonima località nella parte a sud est dell’Isola intorno al 1700 dalla Serenissima Repubblica, venne utilizzato nel 1800-1801 quale batteria Francese, mentre al 1860 risale invece il ridotto.

Il Forte doveva controllare l’entrata del Porto di Chioggia, il litorale di Pellestrina e il Canale di Ca’Roman.

E’ noto come forte Barbarigo poiché originariamente intitolato al doge sotto il cui dogato Venezia annetté Cipro e perché al suo interno, nel 1912, venne costruita la Batteria da difesa costiera Barbarigo, gemella delle Batterie Manin (Forte di S. Stefano) e Polo (Forte di S. Pietro in Volta)

La fortificazione costituisce un’opera irregolare circondata da un fossato largo 7.6- 15.6 m e profondo 1.90 m. in cui si trovano un blockhaus con copertura a prova di granata, due magazzini a prova di granata e una cisterna.

Insediamenti di artiglierie sono indicate a partire dal 1797 mentre gli interventi più recenti risalgono all’ultima guerra e al 1956 (baracche in legno per gli alluvionati del Polesine).

Ancora proprietà della Marina è stato utilizzato fino agli anni ‘90 come colonia marina delle madri Canossiane e ora risulta non visitabile e in cattivo stato di conservazione, benché sia stato oggetto in passato di una campagna di pulizia da parte di volontari.

Ottagono di Ca’Roman

Situato in laguna, di fronte al porto di Chioggia, è un esempio della più semplice ed antica forma di fortificazione veneziana lagunare. 

Infatti il senato decreta il 16 luglio 1571 la costruzione di tre "maschi" posti a difesa del porto e del canale di Malamocco (gli Ottagoni di Alberoni, Campana, Poveglia) e due "maschi" posti a difesa dei porti di Chioggia: gli Ottagoni di Ca’Roman e il Forte di Brondolo, come proposto dalla Commissione. Si decide inoltre la costruzione dell’Ottagono di S.Pietro a difesa del porto di Malamocco e del canale di S.Pietro, probabilmente dietro suggerimento di Giacomo Marcello. Nel 1574 mancava solo l’"incamisadura " per dirsi completati gli Ottagoni. 

E' di proprietà del Demanio dello Stato ma si trova in stato di non utilizzo.